Santiponce Itálica

Patrimonio

Una immensa eredità da scoprire

Biblioteca Museo Mariano Chiesa Santo Ángel

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La Biblioteca-Museo Mariano Carmen Coronada del Convento del Santo Ángel di Siviglia è stata creata con lo scopo di far conoscere la splendida Biblioteca del Convento il cui patrimonio è costituito da 8.000 volumi che vanno dal XVI secolo fino ai giorni nostri. Si tratta di uno dei gioielli occulti della città di Siviglia e fu inaugurata nel 2016.

Gli storiografi della città da sempre hanno segnalato la povertà del convento, fatta eccezione per la sua straordinaria biblioteca, che si distingue per le vaste collezioni su tematiche mariane, spirituali, carmelitane, bibliche, teologiche e di diritto. Uno degli eventi più significativi fu l’acquisto della libreria del Conte Duca di Olivares, avvenuto nel 1643, di cui ancora si conservano alcuni esemplari.

Il Museo Mariano è stato progettato dal suo Direttore, il Professor Juan Doblado Fernández, Dottore in Storia dell’Arte. Consta di tre sale visitabili, più altre due sale di lettura e consultazione, tutte dedicate a personaggi di rilievo nella storia della biblioteca come San Juan de la Cruz, Fondatore del Convento, a religiosi che ebbero un apporto significativo, come Padre Columbiano de la Sagrada Familia, fondatore di Miriam e grande amante della Biblioteca, il Padre Ismael de Santa Teresita, primo direttore e instancabile propagandista di Miriam e a Frate Humberto de San José, amato sacrestano e progettista di presepi, oltre che a personalità di rilievo nel mondo mariano come Juan Martínez Alcalde, che qui cominciò a redigere le sue prime pubblicazioni. 

La Biblioteca Museo dispone di una collezione di circa 300 opere d’arte tra cui sculture, quadri e arti suntuarie datate dal XV al XX secolo.

È situata nell’edificio attiguo alla chiesa del Santo Ángel che fu il tempio del convento del Santo Ángel de la Guarda, dell’Ordine del Carmen Descalzo. La chiesa originaria risale agli inizi del XVII secolo e da allora appartenne ai religiosi dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Con l’invasione napoleonica fu saccheggiata e i suoi tesori artistici vennero distrutti provocandone un declino che si protrasse fino al XIX secolo, quando il convento venne destinato a chiesa.

Nel 1904 se ne iniziò la ricostruzione sotto la direzione dell’architetto Aníbal González, con un rimodellamento completo e costruzione di nuovi interni e della facciata principale.

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